I Senior di Solema: una grandissima risorsa per la nostra azienda

27/07/2023

Senior: risorsa per la nostra azienda

Torna l’appuntamento con i Senior: una selezione di dipendenti Solema che hanno vissuto la nascita e lo sviluppo dell’azienda e hanno contribuito alla crescita dei più giovani, motivandoli giorno dopo giorno nel loro processo di formazione e integrazione


Oggi incontriamo: Valentino Barcella responsabile del Reparto Produzione, Paolo Zenoni, responsabile del Reparto Montaggio e Camillo Vavassori responsabile dell’Officina Elettrica e del Magazzino.


Valentino, che da bambino voleva fare il tornitore e adesso è caporeparto dell’officina meccanica.


Valentino Barcella, 54 anni, lavora in Solema dal luglio del 2010 e da tre anni è il Responsabile del Reparto Produzione e Officina Meccanica, a Torre de’ Roveri.

Prima di approdare in Solema, passava tutti i giorni davanti alla nostra sede di via Carducci a Pedrengo sperando, un giorno, di poterci lavorare. Desiderio esaudito! Dopo la classica gavetta e un periodo di crescita in cui aveva anche il compito di seguire i nuovi arrivati, ecco il salto di carriera al timone di un reparto che comprende, oltre a lui, altri 20 operai specializzati.


Valentino, raccontaci come sei arrivato in Solema, come sono stati i tuoi primi anni qui e come sei diventato responsabile di reparto.

«Dal 1995 al 2010 ho lavorato presso un’azienda meccanica a poca distanza dalla sede di Solema, dove mi occupavo di tutto ciò che riguardava il lavoro meccanico, arrivando col tempo ad avere una buona esperienza su tutte le principali macchine utensili in circolazione a quei tempi. Poi un bel giorno l’azienda ha chiuso per cessata attività e mi sono ritrovato improvvisamente in mobilità con la necessità di cercare un nuovo impiego. Due colleghi che lavoravano con me nella stessa azienda mi dissero che in Solema stavano cercando tre operai con la nostra stessa esperienza. Facemmo a turno un colloquio e nel giro di qualche giorno ci trovammo tutti e tre alle dipendenze di Solema con l’incarico di operai qualificati. A pochissima distanza dal quartiere generale di Solema c’è lo stabilimento di produzione meccaniche a Torre de’ Roveri e proprio qui è iniziata mia avventura lavorativa in Solema. Col passare degli anni mi venne affidato l’incarico di seguire il lavoro dei nuovi arrivati. Questo fino al 2021, quando il vecchio responsabile di produzione ha deciso di lasciare incarico e sono subentrato io al suo posto come direttore di reparto».

Ai tempi del primo colloquio conoscevi già Solema?

«Conoscevo Solema perché ci passavo davanti tutti i giorni per andare a lavorare e ogni volta mi chiedevo se un giorno sarei mai riuscito a lavorare per loro… Poi avevo sentito parlare dei fratelli Mazzola, fondatori della società, perché erano molto conosciuti nel nostro settore, così come era conosciuto anche il nome Solema».

 Di cosa si occupa esattamente il Reparto Produzione di Solema?

«Il nostro reparto si occupa della realizzazione fisica dei componenti e delle parti meccaniche di tutte le macchine commercializzate da Solema. L’iter lavorativo è questo: il reparto progettazione ci fornisce i disegni dei vari pezzi da produrre che, una volta terminati e trattati, vengono trasferiti nella sede di Pedrengo, dove nel reparto montaggio vengono montati e assemblati diventando così macchine a tutti gli effetti. I pezzi che invece sono destinati al mercato della ricambistica vengono stoccati all’interno del magazzino, che si trova sempre a Pedrengo».

Realizzate tutto voi internamente o vi affidate anche a officine esterne?

«Quando i progettisti ci inviano i disegni, io e i miei collaboratori valutiamo se realizzarli totalmente al nostro interno o se destinarli a officine esterne. Molto dipende dal tipo di trattamento che i singoli componenti devono subire, come ad esempio la fosfatazione, la verniciatura, la cromatura, la zincatura, e via dicendo. A seconda dei casi si decide a quale officina destinarli. Se invece il componente non necessita di alcuna lavorazione, la produzione viene eseguita tutta all’interno. In questo caso organizzo io personalmente il lavoro scegliendo la macchina ideale da utilizzare, quante risorse impiegare e quanto tempo destinare alla commessa».

C’è un consiglio che vuoi dare ai giovani che vogliono fare il tuo lavoro?

«Il mio è un lavoro impegnativo che richiede tantissima passione per riuscire a farlo bene. Lo dico perché, fin da bambino, ho sempre avuto la passione delle macchine. Quando avevo 12 anni andavo spesso a trovare un cugino che aveva una piccola officina di tornitura e fresatura e vedendolo lavorare sulle macchine mi sono innamorato di questo lavoro. Mi appassionavo a vedere lui che torniva i vari pezzi e mi immaginavo da grande lì al suo posto… E poi, come in tutti campi, c’è bisogno di tanta voglia di lavorare, che quella non guasta mai».

 Quando sei arrivato tu in Solema, nel 2010, c’era solo la divisone GraphicArt. Poi, nel 2013, è nata la divisione PaperBoard con l’acquisizione del marchio Roda e del suo parco macchine. Come avete vissuto l’arrivo di questa nuova divisione operativa?

«Inizialmente, devo essere sincero, siamo rimasti un po’ spiazzati, perché il settore PaperBoard relativo al cartone, che prevedeva l’utilizzo delle macchine Roda, necessitava di pezzi e componenti di tutt’altra tipologia e con strutture diverse rispetto alle macchine utilizzate per la GraphicArt. Ma dopo un primo periodo di aggiustamento e grazie all’impegno di tutti e da veri autodidatti, ci siamo allineati e abbiamo iniziato a ottimizzare il lavoro anche per la nuova divisione. A tal proposito ricordo che la nostra prima commessa per una macchina PaperBoard avvenne sotto Natale e così con Raffaello Mazzola e tutti gli altri, prima di salutarci per il periodo di festività natalizie ci siamo detti: “Ragazzi, riposiamoci bene in queste vacanze perché dopo le feste ci aspetta un duro lavoro da fare al meglio”. E così è stato… ».

Qual è secondo te il principale punto di forza di Solema?

«Il punto di forza di Solema è quello di avere sempre una soluzione a portata di mano, qualsiasi sia la richiesta del cliente. Noi cerchiamo sempre di accontentare ogni desiderio, anche a costo di sbatterci la testa più volte. Questo è quello che ho imparato nella mia esperienza qui in Solema. Ed è una cosa che condivido in pieno, perché è stato il segreto che ha permesso a Solema di andare avanti con successo per oltre 40 anni».



Paolo, memoria storica di Solema ed esperto in “avviamento reparti”.


Paolo Zenoni, 55 anni, ricopre la carica di Responsabile del Reparto Montaggio.
È stato tra i primissimi dipendenti assunti in Solema, nel 1982, pochi mesi dopo la fondazione dell’azienda.
Da ragazzo scelse di abbandonare gli studi per dedicarsi al mondo del lavoro. In Solema si è specializzato nell’avviare e organizzare il lavoro dei nuovi reparti. La sua lunga carriera lo ha portato a conoscere molti segreti dell’azienda, diventando così la memoria storica di Solema. E ci racconta di quella volta che lavorò per 36 ore filate


Paolo, raccontaci i tuoi primi passi in Solema.

«Dopo la scuola media ho iniziato una scuola serale per conoscere e saper interpretare i disegni meccanici e al lavoro mettevo in pratica quello che imparavo di sera sui banchi. Ricordo che un giorno, a tavola, i miei genitori mi chiesero espressamente se volessi continuare con gli studi o se invece preferivo mollare tutto e andare a lavorare. Scelsi il lavoro, a differenza di mio fratello che invece volle continuare a studiare. Fu proprio un collega di mio fratello a dirmi che in Solema stavano cercando un ragazzo giovane per dare una mano in officina, e così ho incontrato i fratelli Mazzola, i fondatori di Solema, e il giorno dopo ero già in officina a lavorare. Era il 1982 e io fui uno dei primissimi ad essere assunto in Solema. A quei tempi eravamo solo in 4… ma le macchine che realizzavamo erano già rivoluzionarie».

E come sei diventato responsabile del reparto montaggio?

«Durante la fase di evoluzione Solema aveva bisogno di ampliarsi spostando una serie di prodotti in diversi stabilimenti e in quei momenti ricordo che subentravo io per avviare l’organizzazione, la gestione del montaggio e delle prime fasi del lavoro. Poi, una volta avviato il lavoro, lasciavo il reparto in mano ad altri e così ho potuto acquisire una buona esperienza in quasi tutti i settori di Solema, o almeno quelli di stretta competenza con la mia formazione lavorativa. Poi, nel 1996 mi sono stabilito definitivamente a Pedrengo nel reparto montaggio, dove sono diventato responsabile nel 2000».

E poi ti sei fermato nel reparto montaggio. In cosa consiste esattamente il vostro lavoro?

«Nel reparto montaggio seguiamo tutto il percorso della costruzione delle macchine dall’inizio alla fine. Montiamo e assembliamo i vari pezzi che arrivano dall’officina di Torre de’ Roveri e lavoriamo a stretto contatto con gli altri reparti dell’azienda, in particolare con l’officina meccanica e l’ufficio tecnico, con cui ho un confronto continuo per evitare che un pezzo manchi proprio quando serve averlo oppure per avere uno scambio di opinioni in merito alle parti tecniche delle macchine. Io personalmente mi occupo della supervisione di tutte le operazioni di montaggio e coordino gli operai nelle varie fasi del lavoro, dando consigli quando serve. Nei giovani di oggi mi rivedo quando ero a mia volta un manovale alle prime armi e proprio questo ricordo mi aiuta a gestire le varie problematiche, ma anche le soddisfazioni e i traguardi raggiunti».

Com’era il lavoro 40 anni fa? Molto diverso da oggi?

«A quei tempi si lavorava freneticamente e senza nessun tipo di orario. Tutto era dedicato esclusivamente a fare al meglio il lavoro che i clienti ci chiedevano. Non che adesso non sia così, ma allora non c’erano le distrazioni di oggi come rispondere subito alle mail o alle chiamate sul telefonino».

C’è un episodio che ricordi in modo particolare?

Mi ricordo di quella volta che dovevano consegnare diverse macchine che facevano parte dello stesso impianto che ci aveva impegnato più tempo del previsto: avevamo lavorato per 36 ore filate senza mai fermarci. Erano altri tempi e già allora volevamo spaccare il mondo. E per molti aspetti ci siamo riusciti. Ho ancora davanti a me l’immagine del camion che è partito alle 5 del mattino quando era ancora buio e il sole cominciava a sorgere… In quel periodo si lavorava per creare macchine innovative e non standard e quando vuoi creare qualcosa di nuovo che ancora non esiste sul mercato devi metter in conto più ore del previsto proprio perché serve tempo per provare e riprovare, fino a trovare la ricetta giusta. Una ricetta che è diventata, negli anni, parte indelebile del lavoro in Solema. Allora come oggi».

40 anni sono tanti! Potresti scrivere la storia di Solema, se te lo chiedessero…

«E’ vero! La mia lunga esperienza in Solema mi permetterebbe di raccontare la storia dell’azienda dalla A alla Z. Infatti da molti miei colleghi sono ritenuto un po’ la memoria storica di Solema, proprio perché la mia esperienza così differenziata, di cui parlavo prima, mi ha permesso di conoscere a fondo dei dettagli che alcuni dei miei colleghi più giovani o nuovi assunti non conoscono».

Dal 1982 ad oggi com’è cambiato il modo di lavorare con l’arrivo dei computer e delle nuove tecnologie?

«Quando ho iniziato io il magazzino non era automatizzato come oggi, avevamo diversi scaffali in reparto per cui segnavamo con biro e blocco notes le cose che mancavano per far sì che venissero fatti gli approvvigionamenti. Un po’ come la lista della spesa che si fa in tutte le famiglie. Adesso invece è tutto automatizzato e il modo di lavorare è sicuramente cambiato, si è velocizzato, l’automatizzazione ci ha aiutato a rendere il lavoro più snello e redditizio, ma anche più facile. Ma in Solema, ancor prima che arrivassero le nuove tecnologie, già avevamo un modo di lavorare che andava molto vicino a quello che sarebbe poi diventato con l’uso dei computer. Il mio reparto ha beneficiato parecchio delle nuove tecnologie: per esempio quando ho bisogno di sapere lo stato di avanzamento di una macchina, inserisco un codice nel computer che mi fornisce subito lo stato dell’arte del lavoro e io da lì posso capire se siamo in linea con i tempi di montaggio previsti o se è il caso di accelerare un po’ per rispettare al millimetro i tempi di consegna promessi al cliente, evitando così dispersioni di tempo e di denaro».



Camillo, che l’anno prossimo taglia il traguardo dei 20 anni in Solema


Camillo Vavassori, 53 anni, è in Solema dal 2004 e l’anno prossimo festeggerà i 20 anni di attività nella nostra azienda.

Attualmente è Responsabile dell’Officina Elettrica e del Magazzino, due reparti nei quali coordina un totale di 15 persone.
Nella sua lunga carriera ha visto passare un sacco di giovani operai e a chi vuole venire a lavorare in Solema dice: “Venendo qui, fate un vero affare! Perché trovate una famiglia unita e tanto spazio per crescere. Ma la fiducia va ricambiata e bisogna meritarsela!


Camillo, raccontaci i tuoi primi passi in Solema e quando hai assunto il ruolo di responsabile di reparto.

«Prima di arrivare in Solema ho lavorato in altre aziende della zona, prima come elettricista e cablatore di materiali elettrici e poi come capo officina. Nel 2004, l’ultima azienda per cui lavoravo ha chiuso i battenti. Ai tempi io collaboravo già saltuariamente con Solema e venni a sapere che stavano cercando una figura professionale come la mia. Mi sono proposto e sono stato assunto con il ruolo di elettricista cablatore. Due anni dopo, nel 2006, il responsabile dell’officina elettrica è diventato direttore generale e mi ha proposto di sostituirlo. Quello fu il mio primo incarico come capo-reparto con mansioni di supervisore e organizzatore di tutto il lavoro relativo al settore elettrico delle macchine, compresa la manutenzione delle macchine utensili. Poi, qualche anno fa, in Solema c’era la necessità di migliorare l’organizzazione e l’operatività del magazzino e mi fu stato chiesto se me la sentivo di farlo. Si trattava di prendere in carico anche tutto il settore della logistica e quindi un lavoro impegnativo e di responsabilità, ma ho accettato senza nessun tentennamento».

Come si svolge il lavoro nei reparti di cui sei responsabile?

«I due reparti, anche se ben distinti, dialogano molto tra loro. Nell’officina elettrica ci occupiamo della produzione e del funzionamento dei quadri elettrici di tutte le macchine e linee prodotte da Solema. Ogni macchina richiede il suo specifico lavoro: ci sono macchine, come ad esempio la Magic Box, che hanno un quadro elettrico unico e compatto, ma ci sono anche alcune linee, tipo la Packaging Line, composte da più macchine che necessitano di maggior spazio essendoci più nastri trasportatori, e quindi servono diversi quadri elettrici. Ecco, noi in reparto ci occupiamo di costruire e di far funzionare al meglio questi quadri, a volte personalizzandoli con le richieste dei clienti, con schemi elettrici particolari che necessitano del relativo bordo macchina che va allestito sulla singola macchina. Nel magazzino invece ci occupiamo di stoccare tutti i pezzi finiti che arrivano da Torre de’ Roveri. Per organizzare e velocizzare queste operazioni, da qualche anno ci avvaliamo del contributo dei MODULA, innovativi ascensori che prelevano automaticamente la merce su più piani. Gestiamo inoltre anche tutta la parte relativa alla ricambistica, settore che qui in Solema ha avuto una recente impennata grazie al sito SPARE PARTS , uno strumento dedicato alle aziende in difficoltà nel reperire articoli da commercio come componenti elettronici e pneumatici, o componenti di macchine datate o fuori produzione. A magazzino ci sono circa 30.000 articoli suddivisi per categorie, dall’elettronica alle trasmissioni, dalla pneumatica fino alla minuteria».

Nei tuoi reparti c’è un continuo viavai di giovani in apprendistato o in stage in attesa di entrare nel mondo del lavoro. Che consiglio daresti a chi vuol venire a lavorare in Solema?

«Innanzitutto mi preme dire una cosa: se un ragazzo viene assunto in Solema, sappia che ha fatto un vero affare. Qui trova una grande famiglia disposta ad aiutarlo e nessuno gli metterà mai il fiato sul collo. Avrà libertà di azione e spazio infinito di crescita. Ma deve però dimostrare di meritarsi tutto questo, dev’essere un’aspirapolvere, una spugna e assorbire il più possibile tutto quello che gli viene detto e insegnato, ma allo stesso tempo deve saper ascoltare e parlare, mettere sempre del suo e dimostrare di essere interessato al lavoro, essere propositivo e aver voglia di imparare e, magari, anche di picchiarci la faccia».

Relativamente ai tuoi reparti, c’è qualche progetto particolare su cui state lavorando?

«Stiamo lavorando per rendere ancora più sicure le nostre macchine. Il tema della sicurezza sul lavoro, qui in Solema, è molto sentito e soprattutto noi che ci occupiamo di impianti elettrici, siamo alla continua ricerca di soluzioni sempre più sicure ma allo stesso tempo performanti e veloci. Quindi pensando al futuro, Solema sta cercando in tutti i modi di essere al passo coi tempi perché abbiamo visto che se ti fermi sei perduto. Per quanto riguarda l’aspetto delle spedizioni e della logistica, ci siamo posti come obiettivo per la metà del 2024 di diventare noi stessi una dogana, creando un vantaggio enorme per i clienti in termini di risparmio di soldi e di tempo

In questi quasi vent’anni di lavoro in Solema c’è un momento che ricordi in modo particolare?

«Una cosa che ricorderò sempre è l’evento organizzato l’anno scorso per il quarantesimo della nascita di Solema. L’azienda, dopo aver invitato clienti e fornitori, ha deciso di aprire le porte anche alle famiglie dei lavoratori. Questa è la dimostrazione di quanto l’azienda sia aperta verso i suoi dipendenti. Davvero una bella iniziativa. E così per la prima volta mia moglie e i miei figli hanno potuto vedere dove lavoro e passo gran parte della mia giornata. L’evento è stato anche un momento di integrazione tra i vari dipendenti, soprattutto tra i nuovi arrivati e quelli, come me, che in Solema ci sono da una vita».

Quali sono le armi in più di Solema per convincere un cliente ad affidarvi un progetto?

«La cosa che distingue Solema dagli altri è l’artigianalità del lavoro. Per noi ogni cliente è il cliente più importante e tutto ciò che ci chiede cerchiamo in tutti i modi di farlo calzare alla perfezione, come se gli stessimo creando un vestito sartoriale su misura. Per fare questo devi restare artigiano, anche se poi sei conosciuto in tutto il mondo. Ma è proprio la nostra artigianalità che ci ha permesso di essere famosi un po’ ovunque. E se a volte capita di non riuscire a soddisfare il cliente al 100%, lo facciamo al 90%. Cercando di lavorare ogni giorno per raggiungere quel restante 10%».




Per maggiori informazioni su Solema scrivete a info@solema.it o chiamate lo 035 654111.


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