Covid19: un’esperienza che ricorderemo per sempre. Nel bene e nel male

27/05/2020

Covid19: un’esperienza che ricorderemo per sempre. Nel bene e nel male

Le misure adottate da Solema per affrontare l'emergenza

Buongiorno e ben ritrovati sulla newsletter di Solema Srl.

Approfittiamo del parziale ritorno alla normalità per raccontare l’esperienza vissuta da Solema in questi mesi che hanno segnato la vita e il lavoro di tutti.

Lo facciamo con le parole del nostro Amm.re Delegato Luca Parsani che, rispondendo ad una serie di domande, racconta come Solema ha affrontato la terribile esperienza del Covid19 e come da una tragedia di simili dimensioni si possa imparare qualcosa di buono che rimarrà nel tempo.

Solema srl è attiva dal 1982 nel settore dell’automazione industriale. Realizza macchine flessibili per i settori arti grafiche e trasformazione del cartone, proponendo soluzioni tecniche innovative adeguate al lavoro da automatizzare. Meccanica, elettronica e gestione informatizzata unite per incrementare qualità, produttività ed efficienza del processo produttivo, attraverso impianti su misura di automazione delle linee di stampa e legatoria e macchine per la trasformazione del cartone.


Buongiorno Sig.Parsani. Anche voi, come numerose altre aziende del settore, avete dovuto sospendere la produzione per colpa del Covid. Scelta imposta o volontaria?

A causa del Coronavirus, la produzione ha chiuso i battenti dal 13 marzo al 26 aprile.
E’ stata una scelta assolutamente volontaria, non imposta, perché Solema fa parte della filiera produttiva della carta e del cartone ed avrebbe potuto proseguire normalmente la produzione, anche perché di lavoro e commesse in corso ce n’erano davvero tante. Ma, vista la gravità della situazione a Bergamo e provincia, abbiamo invece scelto di interrompere l’attività, per il bene e la sicurezza di tutti: lavoratori, clienti e fornitori.
Una scelta per noi dolorosa, perché nei mesi di marzo e aprile 2020 abbiamo avuto un calo di produzione del 45% rispetto allo stesso periodo del 2019.


Siete comunque riusciti a portare avanti una parte dell’attività o il Covid ve lo ha impedito?

Nei 45 giorni di stop della produzione siamo riusciti a non fermarci del tutto: il reparto Commerciale i reparti amministrativo, l’ufficio tecnico e l’assistenza hanno proseguito le loro attività ed il reparto commerciale ha potuto mantenere attivi i contatti con clienti e fornitori in modalità Smart Working e, con un gruppo limitato di persone e nel rispetto delle esigenze di sicurezza, abbiamo svolto tutte le attività di sanificazione ed adeguamento dei locali per prepararci al meglio alla ripartenza.
Poi, il 27 aprile, abbiamo finalmente riaperto cercando di riattivare un processo produttivo il più simile possibile a quello pre Covid.

E’ stato difficoltoso riaprire “in sicurezza” dopo due mesi di fermo produzione?

Non più di tanto. La ripartenza è stata piuttosto veloce anche grazie al lavoro svolto in anticipo che ci ha consentito di adeguarci al meglio alle norme di sicurezza previste dall’ultimo DPCM. Inoltre, i nostri ambienti lavorativi da sempre permettono il mantenimento delle distanze di sicurezza tra un lavoratore e l’altro. Devo anche dire che l’attenzione e la collaborazione di tutti i colleghi nel rispettare le nuove regole sono state da subito eccezionali. 


Quali sono i reparti che maggiormente hanno sofferto del lockdown forzato?

I reparti che hanno subito maggiori conseguenze del Coronavirus sono stati Produzione e Montaggio, a causa della forzata chiusura, mentre il Commerciale e il Supporto Tecnico - che sono stati privati delle visite dirette ai clienti - hanno sopperito attingendo alle possibilità virtuali in Smart Working, una modalità di lavoro che si è rivelata una piacevole sorpresa. Abbiamo infatti scoperto una risorsa in più che non ci aspettavamo, in particolare per quanto riguarda l’assistenza post vendita.

A proposito di Smart Working: avete avuto difficoltà ad adeguarvi a questa nuova modalità operativa?

Ci sono volute un paio di settimane per mettere perfettamente a regime il sistema delle infrastrutture e gli strumenti necessari a renderne le funzionalità adeguate. Questo metodo di lavoro lo avevamo utilizzato poco in passato e sia la preparazione dell’azienda che la predisposizione di clienti e collaboratori verso questo strumento, si limitava a qualche sporadico caso.
Ma nessuno al mondo si aspettava uno scenario simile…

La pandemia è partita da Wuhan. Vi recate spesso in Cina per affari?

Il caso ha voluto che la commessa più importante della storia di Solema fosse proprio quella con un’azienda cinese che ha deciso di investire in sistemi di automazione complessi di fine linea per la produzione di libri. Un ordine acquisito a dicembre 2019 con partenza del materiale per la fase 1 dell’ordine prevista a fine febbraio (appena prima della chiusura per Covid) e installazione dello stesso nei mesi successivi.

E il Covid vi ha messo il cosiddetto bastone tra le ruote.

Sì, ma noi siamo comunque riusciti ad aggirare il problema. Ecco com’è andata.
Seppur con tempi ristretti, la produzione della linea, il suo collaudo in Solema e la spedizione sono filate lisce. I problemi sono iniziati dopo, all’arrivo della merce presso il cliente, con la consapevolezza che il processo di installazione delle macchine, per ovvi motivi, non si sarebbe potuto seguire di persona.
Con l’impossibilità di recarci sul posto per l’installazione e il training di formazione, si temeva che tutto andasse perduto ma siamo comunque riusciti a portare a termine un lavoro che solamente tre mesi fa ci sembrava impossibile.
I due mesi di stop ci sono serviti per raccogliere idee e proposte su come completare il lavoro sfruttando le tecnologie a disposizione. Da bravi bergamaschi ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo ragionato, sia a livello tecnico-operativo che strategico, per cercare di installare la linea e metterla in funzione, dimostrandone la funzionalità al cliente e sbloccando così le fasi successive della commessa. Grazie alla collaborazione tra i nostri tecnici e quelli locali in Cina, siamo riusciti ad approntare una forma di “installazione da remoto” mai testata prima, con l’utilizzo di un software dedicato.
E così dal 27 aprile, giorno di riapertura ufficiale, è partita l’istruzione a distanza, in condizioni di forzata precarietà e con una preparazione ridotta in cui tutti, i nostri tecnici e i tecnici del nostro agente, hanno dovuto ingegnarsi gestendo in corsa problematiche e relative soluzioni. Posti ogni giorno di fronte a problematiche diverse, che nella normalità vengono misurate e risolte con l’intervento fisico diretto, i nostri tecnici hanno avuto modo di verificare come alcuni dettagli delle macchine potevano essere migliorati al fine di evitare proprio gli interventi fisici di tecnici esperti e permettere anche ad un tecnico locale, non ancora completamente formato, di raggiungere con meno fatica le regolazioni ottimali della macchina. Al momento “sta andando tutto bene” (per citare una frase simbolo del Coronavirus) e il lavoro sta giungendo perfettamente a conclusione.

Un’interessante Caso di Studio. Per la serie “Non tutto il male viene per nuocere”…

L’esperienza che ho appena raccontato è il classico esempio di come da una tragedia ci sia sempre qualcosa di utile da imparare. Per noi è stato un ulteriore stimolo a non chiuderci mai a riccio davanti ai problemi, ma cercare di affrontarli al meglio. Uno stile di comportamento che si sposa perfettamente con il carattere di noi bergamaschi, abituati a non mollare mai.

Ci svela qual è stato il segreto?

Il segreto sta nel prezioso supporto dei nostri commerciali e tecnici italiani che hanno coordinato le procedure di lavoro sotto ogni aspetto, coordinando alla perfezione i nostri commerciali e tecnici cinesi che a loro volta ci hanno sostenuto eseguendo il lavoro con estrema professionalità, riportando e contribuendo a risolvere le difficoltà che ogni nuova installazione si porta dietro.
Alla fine del lavoro possiamo dire che il risultato di questo sforzo congiunto “tra nazioni”, reso necessario dalla particolare situazione, si può giudicare come estremamente positivo. Vorrei cogliere l’occasione di ringraziare prima di tutto il nostro cliente cinese, la Shandong Hongije, il nostro collaboratore sig. Finn Nielsen, il team della Muller Martini China e tutti i collaboratori della Solema.

Sicuramente un esperimento da ripetere in futuro, è così?

Certo. Un felice esperimento da ripetere assolutamente in futuro, perché permette una notevole flessibilità oltre che un risparmio di risorse, tempo e denaro, per noi e per i nostri clienti.
Sarà quindi nostra premura d’ora in poi, continuare a perseguire questa strategia, migliorando ancora di più gli strumenti e le energie messe in campo per poter offrire questo servizio da remoto con l’aiuto di tecnici locali istruiti e formati a distanza. Ciò permetterà ai nostri tecnici specializzati presso il cliente di dedicare più tempo alla fase relativa al Fine Tuning e all’ottimizzazione delle macchine alla produzione specifica del cliente. E ci tengo a dire che questo non è solo un beneficio economico ma è innanzitutto un servizio migliore e più efficace per i nostri clienti.

Cosa si porterà “dentro” di questa terribile esperienza che ha sconvolto il mondo?

Il Covid19 mi ha permesso di scoprire per la prima volta il vero volto delle persone. Mi riferisco ai collaboratori della Solema che hanno contribuito con modalità e approcci diversi a darci una mano ad affrontare la disastrosa situazione creata dalla pandemia. A chi ha colto questa situazione ed ha contribuito e contribuisce al cambiamento necessario per portare avanti l’azienda in mezzo a mille difficoltà. 
Mi riferisco anche ai numerosi clienti, collaboratori esterni e fornitori che mi hanno chiamato frequentemente per sincerarsi delle condizioni di salute nostre e delle nostre famiglie e di quelli che ci hanno offerto il loro aiuto. Persone che hanno svelato un’attenzione verso di noi che non avevo pienamente colto. Li ringrazio molto per questo. Non vedo l’ora di ricambiare. Il Covid, oltre alla tragedia in sé, ha privato me e i miei collaboratori di una cosa su cui ho fatto affidamento fin da quando ho iniziato a lavorare. Parlo del contatto umano. Anche se gli strumenti tecnologici ci forniscono uno straordinario aiuto, non potranno mai supplire alla perdita dell’emozione di uno scambio di sguardi o di una forte e sincera stretta di mano. Particolari fondamentali in un rapporto di lavoro tra cliente e fornitore. La speranza è di poter tornare a farlo. Ovviamente quando ciò sarà di nuovo possibile.


Grazie a tutti e un arrivederci a presto
Solema srl
 


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