Da Cliente a Partner: il valore della collaborazione

02/02/2021

Da Cliente a Partner: il valore della collaborazione

Per l’occasione abbiamo incontrato Stefano Angero, titolare di Veronapack insieme al fratello Giovanni.

Protagonista di questa news è un nostro storico cliente, la Veronapack, azienda leader nella produzione di imballaggi in cartone ondulato e teso, che negli anni è diventato anche un partner e un fedele alleato di Solema.

Buongiorno Sig. Angero, ci racconta chi è Veronapack e di cosa si occupa?

Veronapack ( › link ) è una società con sede ad Albaro di Ronco All’Adige (Verona) che produce interni di cartone di qualità. Nello specifico alveari e spaziatori in cartoncino teso e ondulato, ideali per proteggere e contenere oggetti come bottiglie, flaconi, vasetti, e tutto ciò che necessita di una particolare cura nei processi di trasporto e di stoccaggio, con l’obiettivo finale di garantire che il prodotto imballato raggiunga la destinazione perfettamente integro. 

Nata nel 1989, Veronapack produce ogni anno circa 13 milioni di alveari e separatori di cartone e 20 milioni di quadrotti. La struttura produttiva è dotata di 4 linee complete per montalveari e una platina per le lavorazioni fustellate che permettono la realizzazione di qualsiasi tipo di alveare, sia per numero di celle che per dimensione. Gli utilizzi dei nostri prodotti toccano i più svariati comparti, dal vitivinicolo alla meccanica, dalla ceramica al farmaceutico. 
Nel 2005 è stato inaugurato un magazzino di 2500 mq allo scopo di ampliare la gamma di produzione degli alveari, culminato nel 2008 con l’inserimento di una terza montalveari, modello Andax-Jumbo ( › link ), grazie alla quale Veronapack ha potuto estendere la produzione a tutti i tipi di alveari in cartone ondulato di piccola, media e grande dimensione. 

La crescita dell’azienda è proseguita nel 2013 con l’inserimento della quarta linea di produzione di alveari Moser ( › link ) e l’introduzione del cartoncino teso tra i materiali di produzione, con cui l’azienda ha potuto servire in modo più completo i mercati del vino e del vetro. Dal 2012, infatti, a seguito anche dell’acquisizione delle quote di maggioranza da parte della famiglia Angero, Veronapack ha allargato definitivamente il business anche al cartoncino teso, grazie allo sviluppo del mercato del vino e del beverage che in quegli anni registrava una straordinaria impennata. 
Il 2013 ha rappresentato per noi una decisa svolta strategica che ci ha permesso di decollare in un mercato in cui ancora adesso figuriamo tra le realtà più importanti in Italia e in Europa. 


Qual è la vostra mission aziendale?

Soddisfare sempre il cliente in ogni sua richiesta, anche la più complessa”. Potrei riassumere così la mission aziendale di Veronapack.

In un contesto economico come quello attuale, diventano fattori importanti e indispensabili i tempi di produzione, i tempi di consegna dei prodotti e la personalizzazione degli stessi. È dunque essenziale saper evadere gli ordini in modo puntuale, innalzando il grado di competenze tecniche e acquistando macchinari specifici con l’intento di rendere il prodotto finale sempre più efficace e “customizzato”. Questo è il segreto per mantenere fede alla nostra filosofia aziendale. 


Ci diceva che il 2013 è stato per voi l’anno della svolta con l’introduzione della produzione di alveari in cartone teso. Ci racconta il perché di questa scelta strategica?

Sin dalle origini e fino al 2012 Veronapack produceva solamente alveari e separatori in cartone ondulato su modelli prevalentemente standard, che andavano da quelli di piccola dimensione, assemblati a mano, a quelli più grandi (140cm x 120cm) per i più svariati mercati, dai filtri per l’automotive ( › link ) fino ai dolci da ricorrenza come panettoni e pandori, che ai tempi comportavano una forte stagionalità nei mesi finali dell’anno, e che da soli valevano il 30% del fatturato di Veronapack.
Un settore, quello dell’ondulato, in cui siamo sempre stati leader italiani per numero di pezzi prodotti ogni anno. Uno scenario perfetto, ma che allo stesso tempo rischiava di portare ad una stagnazione del mercato e all’azzeramento degli stimoli produttivi e di crescita interni all’azienda. 

Nel 2013 è arrivata l’intuizione strategica di concentrare tutte le forze sullo sviluppo di una nuova divisione aziendale dedicata esclusivamente al cartoncino teso, per ampliare la gamma di produzione e diversificare il business – a fianco di quello del cartone ondulato, caratterizzata da tirature limitate e poco standardizzate. 
Alla base di questa scelta c’era la constatazione che, nonostante l’Italia fosse da sempre produttrice ed esportatrice di vini, gli alveari per questo settore di mercato continuavano ad essere acquistati in quantità dall’estero, in particolare da Francia e Germania. A un attento esame, non c’era nessun grosso gruppo italiano ad occuparsi di questo segmento, dunque perché non provare a inserirsi? Veronapack ha voluto cogliere l’opportunità. 

Ad oggi la lavorazione del cartone teso, per noi, non costituisce ancora il core business aziendale, ma è rilevante la crescita che ha avuto nei primi 7 anni: dallo 0,5% a oltre il 10%. E le prospettive sono promettenti. 


Qual è la differenza tra cartoncino ondulato e teso e quali sono i vantaggi dell’utilizzo di quest’ultimo?

La differenza risiede principalmente nell’assorbimento e nella tenuta verticale dei prodotti all’interno della scatola. L’utilizzo del cartoncino teso ha di fatto aumentato le performance relative alla sicurezza del trasporto e dello stoccaggio delle scatole che l’ondulato non riusciva a garantire al meglio.

A differenza dell’ondulato, il cartoncino teso permette produzioni diversificate, rispondendo a ciò che il mercato chiedeva da diverso tempo, consentendo alle linee automatiche di packaging di effettuare un’apertura rapida degli alveari da calzare sui prodotti nelle scatole grazie alla sua conformazione piatta completamente diversa da quella dell’ondulato.
Il cartoncino teso è inoltre frutto delle politiche ambientali che sostengono la raccolta differenziata, essendo generato con il riciclo della carta da macero. L’intero processo di produzione – oltre a prevedere un basso utilizzo energetico – è quindi “a impatto zero” sulle foreste. 

I vantaggi del cartoncino teso sono principalmente tre:

    • Miglior rapporto qualità/prezzo
    • Riduzione dell’ingombro e ottimizzazione dello spazio interno alla scatola.
    • Sistema antisfaldamento per i processi automatici ad alta velocità d’imbottigliamento


L’aspetto rivoluzionario del cartoncino teso consiste nella convenienza di trasporto, che favorisce i percorsi lunghi. 
Un carico di alveari in ondulato, proprio per la specificità del materiale, può presentare una componente di ‘non-materia’ (il volume d’aria creato dai fogli ondulati) fino al 60%. La distanza massima tipica per il trasporto di alveari di questo tipo è intorno ai 150km, oltre i quali le spese di trasporto non sono più giustificate.

Un carico di alveari in teso, invece, è interamente composto da cartone. Va da sé che la distanza massima tipica per il trasporto di alveari in ondulato (150km circa) non vincola più il raggio di distribuzioneQuesto è infatti il principale vantaggio del teso rispetto all’ondulato perché garantisce un notevole risparmio di tempi e di costi permettendo di coprire tratte che prima erano impensabili, soprattutto se pensiamo a consegne di merce molto pesante. Inoltre, gli alveari in cartone teso – a differenza di quelli in ondulato – si prestano alle veloci e sistematiche operazioni di apertura e inserimento diretto in scatola tipiche delle linee automatiche. 


Non a caso, oggi, buona parte della fornitura del cartone teso arriva ancora dall’estero. E parliamo di un settore che solo da noi in Italia produce attualmente 60 milioni di alveari in un anno. 

Facciamo l’esempio di un produttore di vino del Salento che ha la necessità di trasportare milioni di bottiglie in giro per l’Italia e per l’Europa. Con gli alveari in teso da oggi può tranquillamente rivolgersi a Veronapack. Cosa che prima, con l’ondulato, non poteva fare per i problemi di costi sopra citati. 


Il business del cartoncino teso ha anche contribuito al vostro incontro con Solema. Ci racconta esattamente com’è andata?

L’incontro tra noi e Solema risale al 2013, anno in cui ci eravamo dotati di 4 nuove macchine Roda, che all’epoca era la sola realtà europea nella produzione di macchinari per la lavorazione del cartone e cartoncino teso. Ma alla fine di quell’anno la proprietà di Roda decise di mettere in vendita il ramo d’azienda delle macchine per alveari e quadrotti. Solema si inserì nella trattativa e lo acquisì ( › link ), diventando di fatto il nuovo proprietario dei disegni e dei brevetti del nostro parco macchine Roda. Allo stesso tempo, noi cercavamo una realtà seria e competente che fosse in grado di seguirci sia nella manutenzione che nello sviluppo delle macchine per la lavorazione del cartone, considerando anche che – essendo l’alveare un mercato di nicchia – c’era il rischio che il business non si rivelasse profittevole. 


Possiamo quindi considerare questo incontro come un perfetto matrimonio d’interessi?

Sì, senza dubbio. Noi abbiamo colto la palla al balzo, avendo individuato in loro quel fornitore serio e professionale di cui parlavo prima. Un partner che potesse dare continuità e futuro al nostro progetto legato al mercato del teso, che era sviluppato prevalentemente all’estero, perché qui in Italia mancavano ancora i grossi volumi per giustificare investimenti in macchine, risorse e know-how. 
Ribadisco che era un vero peccato che in quegli anni i grandi produttori italiani di vino dovessero rivolgersi a ditte straniere per acquistare gli alveari. Ma adesso fortunatamente le cose stanno cambiando. 


Com’è proseguita negli anni la collaborazione con Solema?

Dopo il primo intervento di Solema per all’avviamento delle 4 macchine Roda (acquistate appena prima dell’affare Roda-Solema), a Veronapack serviva ringiovanire il parco macchine presente da tempo in azienda. E quindi nel giro di un paio d’anni – 2015 circa – abbiamo acquistato 2 nuove macchine Solema. Negli anni 2018 e 2019 ci sono stati altri momenti importanti con l’installazione della Sol Combi( › link ) e poi della Super Combi( › link ), due macchine che Solema ha disegnato appositamente per noi e che nascevano dall’esigenza di avere un’unica fase di lavorazione in linea anziché il tradizionale passaggio a due fasi. Un investimento azzeccato che ha permesso a Veronapack di accorciare i tempi di produzione, migliorando il flusso operativo evitando dispersione di tempo e denaro, dandoci la possibilità di realizzare lotti molto più piccoli senza pagare in convenienza, come richiedeva il mercato. 

Con l’arrivo della Sol Combi e della Super Combi, il flusso di lavoro è mutato, diventando più agile e dinamico e passando da produzioni su più giornate a tirature più piccole e sempre diverse: una caratteristica vincente che col tempo è diventato un valore aggiunto specifico della nostra azienda. 
Il legame con Solema si è poi rinforzato negli anni, e ad oggi in Veronapack sono presenti ben 11 macchine targate Solema, di cui 4 originali Roda, periodicamente revisionate, e 7 di nuova generazione


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Però, per costruire una partnership di successo, bisogna essere in due. 
E’ per questo motivo che abbiamo coinvolto nella chiacchierata anche Luca Parsani, CEO di Solema, chiedendogli di raccontarci l’importanza dell’incontro con Veronapack. 

L’incontro tra Solema e Veronapack è di quelli che non capitano tutti i giorni nella storia di un’azienda. Con loro si è creato subito un feeling particolare che ha portato alla nascita di una collaborazione e una partnership basate su un sentire comune, fatto di fiducia, professionalità e reciproca stima. Una relazione consolidata nel tempo che ha portato le due società a migliorarsi reciprocamente per aumentare la competitività sul mercato, portando benefici ad entrambe, sia dal punto di vista della produzione che da quello della crescita professionale. 

Nel 2013 noi di Solema eravamo una realtà già affermata nel campo della produzione di macchine per il settore delle arti grafiche, ma l’obiettivo era quello di allargare il business anche ad altri settori. L’incontro con Veronapack ci ha infatti permesso di entrare nel mercato del cartoncino teso per alveari. 

Veronapack a sua volta cercava un costruttore forte che gli desse la possibilità di investire e di continuare a fare business in quel mercato, e così abbiamo scoperto che l’interesse comune era quello di sostenerci a vicenda nel classico rapporto do ut des: loro hanno dato qualcosa a noi che, col tempo, abbiamo restituito. 

Nel lavoro iniziale fatto sulle 4 macchine Roda, fondamentale è stato il loro aiuto nel sostenerci da un punto di vista tecnologico, facendoci da guida e contribuendo al perfetto funzionamento di tutto il meccanismo produttivo. A quei tempi Veronapack era un’azienda in forte espansione e alle prese con il delicato passaggio da azienda artigianale ad azienda tecnologica, e le prime macchine da noi fornite nel 2015 gli hanno permesso di fare un bel salto in avanti in termini di produzione e di fatturato: il volume d’affari di Veronapack è infatti passato dai 2Mil. Euro a 3,3Mil.Euro, così come è raddoppiato il numero del personale. 

E’ stata una sorpresa per noi scoprire che esistesse un cliente che potesse lavorare, crescere e guadagnare solo con i nostri prodotti. Allo stesso tempo era, per noi, una grossa responsabilità. 

L’ottimo rapporto tra le due società è tangibile, tanto che la sede produttiva di Veronapack è per noi uno showroom poco meno che ufficiale. Le loro porte sono sempre aperte per qualsiasi nostro cliente che volesse essere definitivamente convinto della nostra tecnologia. Un esempio? Nel settembre 2015, in occasione del nostro Open House ( › link ), abbiamo organizzato speciali minibus che hanno portato, dalla nostra sede di Pedrengo ad Albaro di Ronco All’Adige, agenti ufficiali e clienti, allo scopo di mostrare loro le nostre macchine in azione nell’intero ciclo produttivo. All’evento hanno partecipato persone provenienti da tutto il mondo, fin dalla Corea e dagli Stati Uniti. L’evento ha avuto un successo inaspettato, arricchito anche da una suggestiva visita alla città di Verona. 

In conclusione ci tengo a sottolineare come la collaborazione con Veronapack abbia contribuito a rendere concreta e spendibile l’idea dietro al Solema Service Pack ( › link ), l’offerta Customer Care ( › link ) che include i programmi di manutenzione preventiva ( › link )Veronapack è stato infatti tra i primi dei nostri clienti a sottoscrivere un contratto relativo ad una parte dei servizi legati al Remote Service Tool ( › link ), lo strumento multi-uso dell'offerta Customer Care di Solema. 


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Stefano Angero, al termine della chiacchierata, ci ha confidato che proprio in questi giorni Veronapack e Solema sono impegnate nella finalizzazione di una commessa importante per un produttore leader nel settore del beverage, che prevede la realizzazione di 11 milioni di alveari in cartoncino teso.
I dettagli di questo importante progetto ve li racconteremo in una delle prossime newsletter. Restate dunque sintonizzati con noi.

Per maggiori informazioni su Solema scrivete a info@solema.it o chiamate lo 035 654111.

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